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(POSTAZIONI 1-2-3-4) |
POSTAZIONE 5
Il bivacco è una tipica struttura moderna di ricovero, di un vivace rosso ben
visibile da lontano. All'interno 9 cuccette (in parte ribaltabili), tavolo,
fornello a gas, stoviglie. La sua facilità d'accesso, rispetto ad altri bivacchi
fissi, permette la conoscenza di tali opere anche al semplice escursionista.
Si raccomanda di non asportare nulla e di lasciare tutto nel massimo ordine. I
bivacchi non sono luoghi di pic nic ma strutture di ricovero e d'emergenza!
Il sottostante Passo Confinale, 2628 IGM (Pass Canfinal CNS) è costituito da una
vasta spianata disimmetrica: sul lato italiano scende infatti un dolce pendio,
su quello svizzero precipita un ripidissimo versante d'erba e rocce. Un tempo fu
un valico importante tra Valmalenco e Poschiavo; forse per questo su alcune
antiche carte è indicato come Passo di Rovano, il che potrebbe essere collegato
con la figura del Duca di Rohan, il condottiero francese protestante che, per
conto del Re di Francia e su disposizioni del Richelieu, permise ai Grigioni,
durante la Guerra dei Trent'anni, di riconquistare la ribelle Valtellina. Il
passo è considerato punto di contatto tra i gruppi del Bernina e dello Scalino
poiché qui cambia la morfologia che da glaciale e d'alta montagna (Bernina)
diviene più "prealpina" (Scalino). Ma tutto è relativo, infatti di qui il gruppo
dello Scalino non appare affatto meno imponente d'altre montagne! Dal bivacco si
osserva bene la colorazione grigiastra delle coste delle Ruzze (micascisti e
gneiss) e quella rossastra delle rocce verso la Cima Fontana (filladi).
Con uno sguardo più ampio si ammirano distintamente la bifida sommità del Roseg
dietro il Fellaria occ., la Punta Marinelli, la Bocchetta di Caspoggio, la Cima
di Caspoggio. Da qui si vede magnificamente il contatto litologico alla
Bocchetta di Fellaria tra le serpentine (verdi azzurrastre) del Sasso Moro e le
rocce micascistose (rossastre) della Cima di Caspoggio. Tra le Ruzze ed il Sasso
Moro spunta il Disgrazia, il nascosto ghiacciaio di Val Sassersa ed il Pizzo
Cassandra.
Salendo tra i Salici nani si erano intravisti alcuni rarissimo Ranuncolo alpino,
mentre qui ora si trova qualche Senecio e qualche Margherita alpina.
Dal Bivacco Anghileri Rusconi si sale lungo il confine sino a quota 2770 c.
proprio sotto un piccolo dente, nei pressi del salto rosso che sembra precludere
la via per salire direttamente alla Cima Fontana. Punto d'osservazione 6.
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POSTAZIONE 6
Panorama molto interessante. Si
ammira un bellissimo rock glacier che scende dalla bocchetta
senza nome tra le Ruzze e il Corno delle Ruzze, con vari
festoni di accumulo nella sua parte terminale; più sotto la
Val d'Ursé con i suoi alpeggi. Ad E il caratteristico
Sassalbo, la Vetta Sparella ed il grande, inconfondibile
pendio di ghiaccio e roccia della Cima Viola, sulla sin la
Cima di Dosdé, più oltre varie vette delle 13 Cime, a dst il
classico spigolo dell'Adamello, ghiacciai ed il gruppo della
Presanella. Al di sotto, in Val Poschiavo, si osserva
l'omonimo lago. Oltre le Ruzze spunta tutto il gruppo dello
Scalino: lo Scalino, la cima di Val Fontana ed il Pizzo
Canciano con la parte superiore del ghiacciaio. Sulla dst
non sono più in vista lo Zupò, l'Argient ed il Roseg ma in
compenso osserviamo all'orizzonte i Corni Bruciati, gran
parte della zona di Arcoglio, il Sasso Alto con le piste
sciistiche; dalla Bocchetta di Fellaria spuntano varie cime
non facilmente identificabili.
La vegetazione inizia a frammentarsi in pulvini, sodi
cuscinetti adatti alla quota, tra i quali prevalgono le
delicate rosee Sileni e carnose Sassifraghe bianche e
gialle.
Si aggira il piccolo dente sulla sin, poi un sentierino
abbastanza facile, indicato da alcuni ometti, sale lungo la
linea di cresta sotto il salto della quota 2831 CNS; qui si
vince un canaletto con altri ometti per arrivare al grande
segnale che c'è alla sommità della quota 2829 IGM.
Dalla vicina quota 2831 CNS che risulta essere qualche
decina di m spostata a N rispetto alla sommità italiana si
ha una visione migliore. Punto d'osservazione 7.
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POSTAZIONE 7
Qui il confine un tempo piegava a sin e puntava dritto alla Cima
Fontana, lasciando tutta la conca superiore in territorio elvetico;
quando il tutto era pieno di ghiaccio non doveva essere facile
vedere bene dove fosse l'effettivo spartiacque che pareva spostato
più a sin. Inoltre, al di là della mancanza di conoscenza diretta
della zona, probabilmente sembrava che le lingue che discendevano
verso Poschiavo traessero la loro origine più a monte. Solo con le
rettifiche del 1935-'36 la linea di confine sarà corretta.
Tra le morene sono alcuni laghetti (non tutti visibili). Di fronte
la massa imponente della Cima Fontana, poco a dst la grande
bastionata rosseggiante del Pizzo Varuna, ancora più ad E gli spalti
del cosiddetto Segnale di Pizzo Verona. Nei pressi ci sono chiari
resti di morene recenti: è quindi probabile che qui il ghiacciaio,
al massimo della "Piccola Glaciazione", superasse la linea
spartiacque e si abbassasse verso la valle di Poschiavo. Con uno
sguardo panoramico si osserva a S il ghiacciaio del Pizzo Scalino e
gran parte del gruppo del Combolo, verso valle il lago di Poschiavo.
Più oltre si vedono meglio le cime cui abbiamo accennato prima e,
tra Vetta Sparella e Cima Viola, emerge anche il Cevedale.
Dall'opposto versante si vedono ora spuntare dalla Bocchetta di
Fellaria la Cima di Rosso e la Cima di Vazzeda; il Disgrazia è
invece quasi coperto dal Sasso Moro ma in compenso dietro le
costiere di Arcoglio ecco la catena orobica.
Osservando accuratamente tra i sempre più marcati pulvini di fiori
si riconoscono anche alcuni Licheni ramosi verdastri, ombreggiati da
ciuffetti di bianche Margherite alpine e Cerasti.
Di qui si prosegue più o meno lungo la cresta spartiacque su morene
recenti e facili vallette di rocce e detriti: l'ambiente è quello
tipico dell'alta montagna. Si raggiunge così la quota 2860 c., lungo
il sommo d'una morena, non lungi dai laghetti quota 2845. Si è su un
dosso ove è un ometto, il sentierino transita leggermente più a sin.
Punto d'osservazione 8.
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POSTAZIONE 8
Qui si nota bene un triplice sistema di morene, posteriori al
massimo del piccolo glaciale. Una prima scende a SO e comprende
anche il bacino del lago inferiore, passando per la quota 2818 IGM:
è segno di una fase di arretramento probabilmente di inizio del XX
sec., quando il ghiacciaio ha abbandonato la cresta spartiacque. Poi
c'è il cordone che origina dalla quota dove siamo e che sbarra la
valle ed il sottostante laghetto lungo e stretto. Infine ecco un
cordone meno evidente che sbarra a valle il lago di quota 2845. E’
da notare che sull'IGM del '35 la lingua glaciale arrivava fino a
questo lago, mascherando completamente l'emissario del ghiacciaio,
che adesso invece forma un bel torrente ed entra nel laghetto
superiore con un grande detta.
Il panorama è sostanzialmente simile a quello precedente; da notare
il Monte Spondascia che da qui appare come un insieme di torri
nerastre veramente asperrime.
Motto più presenti i Licheni ramosi verdastri e grigi, intercalati a
piccoli cuscinetti di bianche Sassifraghe e a ciuffi di candidi
Cerasti e piccole Linarie viola.
Discesi a guadare l'emissario dei laghetti, si prende a dst per
risalire un facile pendio di sfasciumi, sino al falso colletto tra
la Cima Fontana a sin e le pendici del Segnale di P.zo Verona a dst.
Punto d'osservazione 9.
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POSTAZIONE
9
Ci troviamo a quota 2925 c., in un'area che sino a pochi
decenni orsono era coperta da una netta lingua transfluente,
verso S, dal Ghiacciaio di P.zo Varuna (così come
cartografato su IGM). Oggi dalla falsa sella scende un
abbondante torrentello, emissario di un laghetto che ci
appare improvvisamente, nel quale entra il ramo più
meridionale del ghiacciaio, in genere completamente scoperto
a stagione avanzata. L’aspetto del luogo è pittoresco: vi
sono nevai, morene recenti, minuscoli ghiacciaietti, in
parte a loro volta ricoperti da morene. Imponente, a N, la
bastionata del Pizzo Varuna, erroneamente cartografato,
sull'IGM, Pizzo Verona (ovviamente la bella città veneta non
c'entra per nulla, Varuna in realtà significherebbe, dal
celtico, luogo elevato).
La vegetazione è praticamente scomparsa, siamo ormai al
livello dei "deserti" d'alta montagna.
Nota: superato l'emissario che è abbastanza ricco d'acqua si
può salire sulle varie quote e, senza grosso impegno per
rocce rotte ed accatastate, si può arrivare sino al Segnale
di Pizzo Verona, 3079 IGM (3080 CNS). Ottimo punto
panoramico, isolato tra ghiacciaiettì, nevai e pareti
rocciose. Qui si può arrivare anche dal lato 0, dal
ghiacciaio. Prendendo invece dal falso colletto a sin, per
una traccia di passaggio (ometti) si inizia a risalire la
cresta ENE della Cima Fontana. Nel secondo tratto si
incontra qualche facile passaggio roccioso che richiede un
minimo d'attenzione; comunque chi abbia un po' d'esperienza
d'alta montagna non rileverà alcun vero ostacolo (tratto di
difficoltà EE). Si perviene così all'ampia vetta della Cima
Fontana 3068 IGM (3070 CNS), ultima meta, certo uno dei più
facili "3000" delle Retiche. Nei pressi dell'ometto
sommitale è stata murata una Madonna per il 30ennale del
Gruppo Giovanile OSA. Su molte carte è indicata come Cima di
Val Fontana, denominazione assurda poiché la Val Fontana si
trova lontana, oltre il ghiacciaio del P.zo Scalino. Punto
d'osservazione 10. |
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POSTAZIONE 10
L'antico ghiacciaio di P.zo Varuna, ancora unito e vasto sull'IGM, meno ampio ma
ancora unito sulla CNS, è ora ridotto a 3/4 individui,
alcuni veramente minori, che occupano pendii e canali
isolati tra loro. Una misera fine per un individuo glaciale
che, al massimo della Piccola Glaciazione, confluiva
massicciamente nella gigantesca colata della Vedretta di
Fellaria orientale!
Il panorama vale, da solo la fatica della salita. Di qui
appare, in tutta la sua maestà, il grande salto del Fellaria
orientale con le sue cascate; nelle ore calde si può
assistere anche alla caduta di seracchi. Al di sopra il
Pizzo Palù mentre a sin, come una torre, appaiono i Sassi
Rossi, dietro il Bellavista, lo Zupò e l'Argient con la
tipica sella. Verso OSO possiamo partire dal Palino con
tutta la sua costiera, in primo piano ecco lo Spondascia,
dall'aspetto castelliforme, poi le Ruzze ed il Corno delle
Ruzze, dietro tutto il ghiacciaio dello Scalino con lo
Scalino, il Canciano, sulla sin la costiera del Combolo. Si
osservano al completo il lago con il fondovalle di Poschiavo
dominato dal Sassalbo con la costiera che va verso Tirano;
in quella direzione si vede il Monte Padrio e dietro le
costiere orobiche, l'Adamello e la Presanella.
Dietro la Vetta Sparella ecco la zona del S. Matteo, del
Cimon de la Mare e del Cevedale; poi la C.ma Viola con la
sua caratteristica parete, ancora in lontananza l'Ortles. A
sin del Fellaria orientale ecco la possente lingua del
Fellaria occidentale, più addietro il Roseg, il Pizzo Sella,
i Gemelli, dietro la Punta Marinelli si intravede la cima
biancastra del Tremoggia, il Malenco, l'Entova e la Sassa di
Fora, osserviamo anche un lembo del ghiacciaio di Scerscen.
Ed ancora la Bocchetta di Fellaria, dietro le cime di
Chiareggio mentre a sin della Bocchetta d'Entova ecco il
Sasso Moro con i suoi complessi canaloni e dietro il
Disgrazia. Più sotto appaiono i laghi di Campo Moro e Gera,
con le dighe, il rif. Zoia, le prime case dell'Alpe Gembré.
Si intravede anche Caspoggio, Sant'Antonio e le piste della
zona del Monte Motta. Poi l'Alpe Lago e tutta la costiera di
Arcoglio, dietro tutta la cresta orobica.
Ormai solo pietraie e sfasciumi
ma sull'anticima occ. occhieggía qualche raro ma bellissimo
ciuffo di Ranuncolo alpino.
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