MANIFESTAZIONE: Che ne sarà di Pratoamaro, rappresentazione teatrale. ORGANIZZATORE: Biblioteche della Valmalenco DESCRIZIONE: Compagnia "Nuovo Teatro Paradiso" di Campodolcino La compagnia viene fondata da Felice Scaramella nel febbraio 1995. Scaramella, che è anche l'autore dei testi, vuole proporre al pubblico con la sua filodrammatica una comicità genuina, spontanea, senza forzature. Pensa così di ambientare la sua commedia in interni familiari campodolcinesi degli anni '60. A partire dal 1995 Scaramella scrive 7 commedie dialettali, rappresentate, con ampio consenso di pubblico e di critica, in Valtellina e Valchiavenna. L'autore con questi lavori riesce a centrare ciò che si era prefisso: divertire e appassionare una vasta platea in quel rispolvero di bagliori di vita paesana, con proiezioni di personaggi normali o balzani che siano, sempre però reali, che animano la sua sceneggiata popolare. Nasce però anche un piccolo problema, il dialetto locale, utilizzato nelle prime commedie, seppur colorito nelle sue locuzioni idiomatiche, è difficilmente comprensibile sia per i numerosi turisti, che assistono agli spettacoli a Campodolcino, sia per coloro che seguono gli spettacoli nei paesi più lontani dal Comune. L'autore pensa di rimediare ideando cinque commedie in italiano misto a dialetto lombardo. Il consenso del pubblico resta inalterato. Che ne sarà di Pratoamaro Regia di Felice Scaramella Con questa commedia l'autore lascia l'ambito familiare, che di solito caratterizza le sue commedie, per quello comunale. I fatti narrati si svolgono nel municipio di un paese di provincia. L'autore vuole calamitare l'attenzione del pubblico sulle difficoltà, soprattutto nei paesi dove gli interessi politici non sono prevalenti, di costruire una lista amministrativa. Sono sempre meno reperibili infatti coloro che vogliono impegnarsi in compiti amministrativi, che impegnano sempre di più e gratificano sempre meno, perché‚ ci si mette alla berlina di cittadini sempre più disposti a criticare che a collaborare. Un sindaco meridionale onesto, seppur nell'eccentricità della sua persona, un segretario omosessuale irascibile, un vicesindaco idealista e sognatore e un assessore burbero, coinvolto suo malgrado nella lista eletta, sono al vertice di un'amministrazione vivace e colorita. E' originale il linguaggio del sindaco, una miscela di dialetto meridionale, dialetto lombardo e italiano stentato. Altri sei personaggi vestono i panni di cittadini, vittime delle loro problematiche, che li rendono assurdi e controversi. Dal mixage tra personaggi pubblici e non, tratteggiati dall'autore con la consueta ironia, scaturiscono momenti di irresistibile ilarità, che riescono a suffragare i disagi di una realtà a volte amara.
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