Introduzione: l'amianto a Lanzada 

L’amianto rappresentava una delle principali fonti di lavoro per gli abitanti di Lanzada.
 Scoperto infatti il valore commerciale si è assistito, in anni anche molto lontani, alla r
icerca di luoghi che potessero rivelare la presenza di questo minerale, alla sua estrazione e lavorazione da parte di gruppi di persone o ditte alla cui dipendenza lavoravano molti valligiani.
Durante la guerra infatti si dice che trecento persone siano state impiegate in questo
settore.
Grazie alle proprietà ignifughe e all’ottima qualità delle sue fibre idonee per essere filate e tessute, l’amianto del nostro paese è stato molto ricercato in Italia e all’estero.
I sistemi di lavorazione inizialmente erano duri, attuati con mezzi rudimentali, solo successivamente e gradatamente si sono andati perfezionando.
Accanto agli uomini addetti all’estrazione, operavano anche ragazzi dai tredici ai quattordici anni e donne adibiti al trasporto del materiale.
Se da un lato si deve riconoscere che lo sfruttamento del minerale, ha portato ricchezza al nostro paese, non vanno dimenticati la vita pesante e rischiosa dei nostri minatori, i danni respiratori causati dal contatto diretto con la polvere delle miniere, le fatiche delle donne.
A tali considerazioni oggettive, va aggiunto anche ciò che è emerso dalle interviste cioè l’accettazione , quasi serena, del duro lavoro, la possibilità di stabilire rapporti personali derivati dalla vita in comune, la ricerca di semplici forme di svago e di passatempo, fattori che denotano un modo di vita duro, ma allo stesso tempo semplice .

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