DALLA SCUOLA MATERNA

LA FESTA DEI NONNI DELL’ASILO
Il racconto dei bambini

Il giorno 11 febbraio 2001, per il terzo anno consecutivo, i bambini della Scuola Materna hanno festeggiato i loro nonni e bisnonni.
La festa è incominciata in chiesa con una piccola celebrazione, dove alcuni bambini hanno recitato delle preghiere ricordando sia i nonni presenti sia quelli defunti.
Visto che la festa cadeva nel giorno della Madonna di Lourdes due bambini insieme ai loro nonni hanno acceso e portato due ceri vicino all’altare della Madonna, mentre l’assemblea cantava.La celebrazione è terminata col canto "Canto per te, Gesù"; alcuni bambini hanno suonato le maracas e i cembali.
La festa è poi proseguita in palestra: "Evviva, andiamo in palestra!", dicono i bambini. Giunti in palestra, i bambini sono corsi tutti eccitati sul palco e orgogliosi hanno distribuito ai loro nonni un bellissimo dono: un libro che raccoglie diverse filastrocche e canzoni che i nonni hanno imparato quando andavano all’asilo. I bambini hanno voluto dedicare una canzone e una filastrocca tratta da quel libro."Quale cantiamo?".
"Quella del galletto tutto cola B.
"No, ai nostri nonni dedichiamo: Addio mamma e Pirulin pirulin piangeva.
Era proprio vero che quelle filastrocche le sape vano anche loro visto che e cantavano insieme con noi!
Adesso tocca ai nostri nonni farci divertire.
Un gruppo di nonni sono tornati un po’ bambini e sono saliti sul palco per dimostrarci come trascorrevano le loro giornate all’asilo."Guarda: che ridere quel nonno con i pantaloncini!", dice Nicola P.
"Ma c’è anche una suora!", sono i primi commenti dei bambini.Ci hanno proprio fatto divertire i nostri nonni, specialmente quando una "nonna bambina" ha fatto la pipì nelle mutande e la suora gliene ha messo un paio delle sue. Le mutande della suora! "La mia nonna ha detto pisona; che ridere", dice Filippo.
Questa è la scena che ha divertito maggiormente i bambini. Non possiamo però dimenticare le canzoni che i nonni hanno cantato durante le scenette e che i bambini continuamente canticchiano alla scuola materna: "Passa passa la regina" e "In un bel circolo".
Ma non è finita qui: anche noi abbiamo voluto stupire i nonni; allora i bambini grandi hanno rappresentato questa filastrocca
Frittelle
Passato Natale, il freddo glaciale. Speriamo che arrivi Carnevale
Ma il tempo passa, mi sono annoiato e un gioco nuovo ho organizzato.
A nonna Valeria e a nonno Fiorentino ecco preparato uno spuntino.

Sbatto le uova nella terrina
e poi ci mescolo un po di farina
Metto dell' olio nella padella
per riscaldare una bella frittella.ì
Ora riuniti i miei parenti
do inizio ai veri dirvertimenti
Le frittelle che ho preparate
piovon dal cielo tutte dorate
e il risultato un capolavoro
per i nostri nonni che hanno un cuore d’oro.

"Adesso voglio proprio gustare queste ottime frittelle" (Piera).
"Abbiamo preparato lo zucchero, la farina, il lievito, le uova, il vino e abbiamo schiacciato tutto" (Silvio).
"Non si dice schiacciato, ma impastato!" (Nicola B.).
"Abbiamo tagliato le frittelle con la rotella: come è stato bello!" (Ilaria).
"Erano proprio buone!" (Monica).
"Nonna Ancilla ha messo le frittelle a cuocere nella padella con l’olio, ma usciva tanta schiuma"(Nicola).Sono proprio stati bravi i bambini che hanno preparato le frittelle!
Ciao, nonni, vi vogliamo tanto bene.
I bambini della scuola materna e le insegnanti


Il racconto di una mamma


Domenica 11febbraio si è svolta nella nostra parrocchia la tradizionale "Festa dei nonni". Festa molto importante perché aiuta ad instaurare un rapporto più profondo fra nonni e bambini. E stata organizzata dai bambini della Scuola Materna, con le loro insegnanti e con la partecipazione di un gruppo di nonni.
La festa ha avuto inizio in chiesa con una semplice celebrazione, allietata dal canto di alcune mamme e dai bambini che hanno suonato strumenti musicali. Grande è stata l’emozione. Si è poi proseguito in palestra, dove un gruppo di nonni travestiti da bambini ha recitato una scenetta ambientata al tempo in cui loro stessi frequentavano l’asilo.Sono stati presentati giochi, canti e filastrocche dei tempi lontani dai bambini della Scuola Materna per far conoscere le vecchi tradizioni.
Una scultura in pietra ollare è stata offerta al dottor Negrini medico della nostra comunità, che in questi giorni ha terminato la sua missione. Grande commozione da parte del pubblico quando il dottor Negrini, emozionato per la sorpresa, ha ringraziato tutti dal palco.
Un pensiero doveroso è andato al caro nonno Uboldi che ci ha recentemente lasciati: i bambini lo ricordano sempre con grande affetto.
Visto il successo di questa iniziativa, tutti noi ci auguriamo che anche per gli anni avvenire continui.
Un grazie particolare a tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della festa.
Roberta Guerra


Lettera a Uboldi
Lanzada, 14 marzo 2001

Carissimo Uboldi,
siamo i bambini della scuola materna. Ti scriviamo questa lettera perché ti vogliamo bene e vogliamo dirti tutto il nostro grazie per quello che hai fatto per noi. Certamente non ti dimenticheremo mai!
Sai, ogni tanto c’è qualcuno che dice ancora: "Quando arriva l’Uboldi, gli dico..".Ti pensiamo in cielo in compagnia degli angioletti mentre magari scorrazzi di qua e di là con un tuo pulmino volante... Ti raccomandiamo, se ti capita di passare da queste parti, dai uno sguardo qui sotto; noi ti salutiamo volentieri!
I nostri ricordi vanno a tutte le volte che tu ti sei dato da fare per noi: dalle videocassette che ci hai registrato (eri sempre pronto per l’ultimo cartone animato. Ah, a proposito: è uscita la "Carica dei 102", anche da lassù puoi vederla?) a tutte le schede, agli avvisi e ai disegni che ci hai fotocopiato. Immaginiamo che anche Gesù avrà bisogno della tua mano per fotocopiare tutti i messaggi che deve inviare sulla terra.Chissà quanto lavoro avrai! Ma lì, la fotocopiatrice non si inceppa mai, vero?
Ti ricordi tutte le volte che tu arrivando a scuola ci salutavi con simpatia e poi dicevi "Intanto che aspetto... faccio questo o quest’altro?’ Sei sempre stato attento e premuroso nei nostri confronti, quando potevi essere utile a qualcuno eri contento e ti prestavi con tutto il cuore, si vedeva dallo sguardo...!Fino all’ultimo è stato così; quando già le forze fisiche venivano meno tu avevi ancora la forza e la volontà di dire "Fra poco arrivo...Ora ti raccontiamo come va qui da noi: Gianni e Umberto sono tanto cari e si danno il cambio nel servizio del pulmino. Devi sapere che ora si fanno sempre più giri, perché la "nostra famiglia" è aumentata (nel mese di febbraio sono entrati altri sei bambini).
Anche quest’anno abbiamo festeggiato i nostri nonni ed è in programma la festa annuale della scuola materna.Non dimentichiamo che oggi è il tuo compleanno. Questa mattina ti abbiamo cantato "Tanti auguri" e ti abbiamo mandato un bacio sul palmo della mano e poi lo abbiamo fatto volare in cielo fino a te. L’hai sentito arrivare?Ora non vogliamo rubarti altro tempo, con tutto quello che avrai da fare anche oggi, però ancora un attimo di pazienza, perché vogliamo salutarti con un canto:

Un saluto a te
Un saluto a tutti
Diciamolo cantando
Diciamolo saltando
Diciamolo così
CIAOOO!

Te lo ricordi?
Questo è il nostro grazie semplice, tenero ma forte, perché tu ci hai sempre voluto bene! Noi ti porteremo sempre nel cuore e ora ti mandiamo un forte abbraccio, forte come la tua stretta di mano quando ci salutavi:
era il tuo modo di esprimere con gioia l’affetto e l’amicizia che pro va-vi per noi.I tuoi bambini della scuola materna


Il programma di religione alla Scuola Materna

I bambini della scuola materna, seguendo il loro programma di religione "Un mondo di gioia", hanno operato un cammino di scoperta e di riflessione del messaggio cristiano attraverso le varie unità didattiche proposte.
Questo percorso è stato caratterizzato anche da vari momenti di esperienze concrete, ad esempio la festa di Natale con tutta la comunità, la festa dei nonni e quella di fine anno scolastico con tutte le loro famiglie.
Tali gesti, semplici ma forti, aiutano il bambino a crescere e a cercare o ritrovare il proprio progetto di vita all’interno della comunità cristiana, coltivando atteggiamenti di stupore, di meraviglia, di ascolto, di meditazione, di dialogo, di gioco, di festa, di gioia, di preghiera, di condivisione e di fraternità.Il progetto educativo è iniziato con l’unità didattica "Un nome per camminare insieme": aveva come obiettivo generale quello di conoscere il proprio nome, segno di identità. Si è poi proseguito con lo sviluppo di un altro tema "Tante persone pensano a me": sentirsi parte di una famiglia che ama e che protegge.La terza unità didattica aveva per titolo "I santi": conoscere episodi della vita di un santo e scoprire il suo messaggio.
"Aspettando Gesù" era l’argomento della quarta unità e portava a conoscere i vari avvenimenti che precedono la nascita di Gesu.Abbiamo poi proseguito con "Nasce Gesù" per cogliere il messaggio del Natale, vivere il Natale come festa di luce e di pace.
Con la sesta unità didattica abbiamo scoperto che Gesù è un bambino come noi: "Gesù cresce".Il nostro cammino si è sviluppato con l’intento di cogliere l’insegnamento di Cristo nei gesti di pace e di amore: "Gesù ci insegna a donare".Con l’ottava unità didattica si è affrontato il tema "La Pasqua di Gesù". Infine, abbiamo cercato di scoprire la Chiesa come casa di Gesù e dei cristiani: "In chiesa con Gesù".
Il momento più bello per incontrare Gesù risorto è la domenica in chiesa nella Messa. Affrontando questo tema ci è venuto in mente di intervistare colui che è alla guida della nostra comunità cristiana, don Renato. Ecco le domande che gli abbiamo rivolto:
- Chi ci accoglie in chiesa?
- Il sacerdote.
- Chi è il nostro sacerdote? (Francesca)- Sono io, don Renato.

- Cosa vuol dire la parola sacerdote?- E quella persona che prega per tutti, che celebra la Messa.
- Cosa fa il sacerdote? (Alessandro)- Raduna la gente in chiesa e assieme a loro prega Gesù, dice la Messa, dà il Battesimo ai bambini, benedice il matrimonio, insegna la parola di Gesù, accompagna le persone al cimitero quando muoiono e prega per loro.
- Perché hai scelto di diventare sacerdote?- Perché Gesù mi ha fatto capire nel mio cuore che voleva che fossi suo sacerdote.
- Ti piace essere sacerdote?- Mi piace tanto tanto tanto, perché mi ha chiamato Gesù. In questo modo posso farlo conoscere a tutti: ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, ai grandi; posso aiutare le famiglie, consolare chi è triste, celebrare la Messa, dare la Comunione, cioè offro Gesù alla gente così che Egli possa stare vicino al loro cuore.
- Essere sacerdote allora è facile o difficile? (Mirko)- Qualche volta non è facile, ma è molto bello. Anche se ci sono sacrifici, è molto bello
- Chi è per te Gesù? (Matteo)- È l’amico più grande, è colui che ci ha voluto così bene da morire in croce per noi, e ci aspetta in Paradiso.- Cosa fai per conoscerlo e amarlo di più? (Nicola B.)- Leggo il suo Vangelo, ascolto la sua parola, cerco di metterla in pratica, cioè di fare nella vita di ogni giorno quello che mi dice Lui, cercando di voler bene alla gente e poi pregandolo sempre.
- E noi cosa dobbiamo fare per volere più bene a Gesù?- Voi cosa fate già?
- Noi diciamo le preghierine. (Anna)- Bravi e poi bisogna ubbidire sempre alla mamma, al papà, bisogna essere buoni, volersi bene e non litigare.
- La cosa più bella che tu vorresti qual è? (Michele)- Vorrei che tutti si volessero bene, che ci fosse la pace e che tutti i bambini fossero felici e amati dai grandi.
- La cosa più brutta che ti rattrista? (Alessia)- Purtroppo ci sono ancora persone che non conoscono Gesù o persone che soffrono tanto; ecco, queste cose mi rattristano.
- Come noi possiamo aiutare il sacerdote? (Silvia)- Voi bambini potete aiutarmi dicendo ogni tanto una preghiera per me, ascoltando quello che io dico su Gesù e facendo i bravi a casa e alla scuola materna.
- Da quanti anni è che tu sei sacerdote? (Piera)- Da venticinque anni.
- Noi bambini ti ringraziamo per le belle cose che ci hai raccontato, promettiamo di pregare per te e ti facciamo tanti, tanti auguri per il tuo lavoro di sacerdote.


/\ Torna in cima
< Torna all'elenco